Il cioccolato è una delle delizie più amate al mondo, ma quando si parla di gianduja, molte persone si chiedono quale sia la differenza rispetto alla tavoletta tradizionale. Scopriamo insieme le origini, le caratteristiche e le peculiarità di questi due prodotti.
Storia e origini: un viaggio attraverso i secoli
Il cioccolato, derivato dai semi del cacao, ha origini antiche e si pensa che sia stato consumato già 1900 anni a.C. in America Centrale. Conquistatori come Hernán Cortés lo portarono in Europa, dove divenne una bevanda prelibata tra la nobiltà.
Il gianduja ha radici profondamente ancorate nella regione del Piemonte. Questa regione è famosa per le sue nocciole di alta qualità, in particolare le “nocciole tonde gentili delle Langhe”, che sono diventate un ingrediente chiave nella produzione di questo tipo di golosissimo cioccolato.
Nel XIX secolo, durante le guerre napoleoniche, Napoleone Bonaparte impose un embargo sul commercio tra il continente europeo e la Gran Bretagna. Questo embargo ebbe ripercussioni dirette sulla disponibilità di molti beni, tra cui il cacao. Di fronte a questa scarsità, i pasticceri torinesi cercarono un modo per estendere le scorte di cacao disponibili. La soluzione fu di aggiungere nocciole tritate al cacao, creando così un nuovo tipo di cioccolato: il gianduja.
Michele Prochet e la nascita del gianduja
Sebbene ci siano alcune incertezze sulla vera origine del gianduja, la storia più accettata è quella che coinvolge il pasticcere torinese Michele Prochet. Nel 1852, Prochet avrebbe avuto l’idea di mescolare il cacao con nocciole tostate ridotte in una polvere finissima. Questa miscela divenne la base del gianduja. Tuttavia, ci sono alcune perplessità sulla veridicità di questa storia, dato che, basandosi sulle date, Prochet avrebbe creato il gianduja all’età di 12 o 13 anni.
Il gianduja e la commedia dell’arte
Il nome “gianduja” è strettamente legato alla tradizione della Commedia dell’Arte. Gianduja è infatti il nome di una maschera popolare torinese di origini astigiane. Questa maschera rappresenta il Piemonte nella tradizione carnevalesca italiana. Durante il Carnevale del 1865, i cioccolatini a base di gianduja, chiamati “gianduiotti”, furono distribuiti per la prima volta dalla maschera di Gianduja, consolidando ulteriormente il legame tra questa delizia e la cultura piemontese.
L’evoluzione del gianduja
Con il passare degli anni, il gianduja ha guadagnato popolarità non solo in Italia, ma in tutto il mondo. La sua texture cremosa e il sapore distintivo, una perfetta combinazione di cioccolato e nocciole, lo hanno reso un ingrediente perfetto per molte preparazioni dolciarie, dalla crema spalmabile ai cioccolatini.
Caratteristiche e differenze: composizione e benefici
Il cioccolato fondente è noto per le sue proprietà benefiche, grazie alla presenza di antiossidanti. Il gianduja, grazie alle nocciole, ha mostrato effetti positivi sul sistema cardiovascolare, rendendo le arterie più elastiche e riducendo il rischio di malattie cardiovascolari.
Ecco la loro composizione nutrizionale:
- Cioccolato: può variare dal 43% al 100% di cacao, a seconda del tipo (fondente, al latte, bianco).
- Gianduja: contiene una percentuale di cacao che può andare dal 10% in su, ma la sua caratteristica principale è la presenza di nocciole (fino al 30% o più).
Usi del gianduja in cucina
Il gianduja rappresenta una delle delizie culinarie che ha saputo conquistare i palati di grandi e piccini. Nato dalla perfetta fusione tra cioccolato e nocciole, questo ingrediente ha dato vita a una serie di prelibatezze che hanno arricchito la tradizione dolciaria italiana e non solo.
Immagina di spalmare una crema vellutata sul pane fresco o su una fetta biscottata durante una fredda mattina d’inverno. Questa crema, arricchita con nocciole tostate, zucchero e latte, prende il nome di crema gianduja. La sua morbidezza e il suo sapore avvolgente la rendono perfetta per iniziare la giornata con dolcezza.
Ma il viaggio nel mondo del gianduja non si ferma qui. Se ti trovi a passeggiare per le strade di Torino, potresti imbatterti in un cioccolatino a forma di barca, avvolto in un foglio d’oro o d’argento. Questo è il gianduiotto, un simbolo della tradizione cioccolatiera piemontese, che racchiude in sé tutto il sapore e la ricchezza del gianduja.
Per chi ama sperimentare in cucina, il gianduja diventa protagonista di mousse leggere e budini saporiti, ma anche di salse dolci che possono arricchire dessert o, perché no, accompagnare carni come l’anatra in preparazioni gourmet. E non dimentichiamoci dei biscotti e dei frollini, dove il gianduja, integrato nell’impasto, regala un sapore ricco e una texture unica.
Il gianduja, grazie alla sua versatilità, ha conquistato cuochi e pasticceri di tutto il mondo, diventando un ingrediente fondamentale in molte preparazioni dolciarie. La sua combinazione di cioccolato e nocciole offre infinite possibilità in cucina, rendendo ogni piatto un’esperienza gustativa unica.